lunedì 23 novembre 2015

La solidarietà del mormannolo Alberto Russo alla Parigi ferita dal terrorismo diventa evento

Alberto Russo e il collega francese
VENTIMIGLIA (IM). Il 13 Novembre scorso, già nel primo pomeriggio successivo ai vili attentati compiuti dall'ISIS nel cuore di Parigi e precedendo qualsiasi gesto istituzionale, Alberto Russo, da moltissimi anni Sovrintendente Capo della Polizia Municipale di Sanremo ma di sangue mormannolo (per parte di padre Ermanno che aveva percorso tutta la carriera nel Ministero della Giustizia), ha raggiunto la frontiera, a Ventimiglia San Ludovico, per posare un mazzo di rose blu, bianche e rosse sul suolo francese, giusto alla base dell'asta porta bandiera del nostro Paese amico, colpito da tanta e incredibile crudeltà.

Un gesto spontaneo molto apprezzato dai suoi colleghi francesi delle gloriose C.S.R., le celeberrime Compagnie Repubblicane di Sicurezza, poste a difesa e controllo di ogni valico di frontiera transalpina in questi giorni di massima allerta ma pure di dignitoso orgoglio nazionale. 
La fraterna accoglienza da parte dei poliziotti francesi è infatti accresciuta quando, assieme ai fiori, Alberto Russo ha consegnato un biglietto. Lo scritto, ovviamente in lingua francese, si è rivelato davvero emozionante tanto da muovere il Capo del posto di Frontiera a un nobile ed affettuoso gesto, altrettanto estemporaneo ed istintivo: il dono del proprio distintivo tolto all'istante dal suo giubbotto. 

Un inchino congiunto alla loro Bandiera ed un improvvisato rilascio di dichiarazioni ad alcune troupe giornalistiche televisive italiane e francesi, presenti sul posto, hanno poi immortalato il particolare incontro.

Alberto Russo ha così ripercorso vari momenti che lo legano alla sua terra d’origine, sin dai tempi in cui trascorreva intere estati, in special modo durante l'infanzia e l'adolescenza (abitava proprio nel rione "Faro"). Un racconto gonfio di nostalgia, che non ha mancato di toccare aneddoti riguardanti le due classi delle scuola primaria che concluse proprio a Mormanno, assieme a compagni di studio, ma più che altro di scorribande e giochi; proprio come il qui Direttore responsabile Giorgio Rinaldi, o Pinuccio Greca, o ancora amici ricordati solo per cognome, come Aiello. “Difficile menzionarli tutti, - sorride oggi - ma in ogni caso rimangono impressi indelebilmente nei miei più cari ricordi”. 

A Mormanno si era trasferita, anzi negli ultimi anni praticamente ritrasferita da Scalea, anche sua madre, la scrittrice e poetessa Enrica Marelli che ora li vi riposa.

All’oggi sessantenne mormannolo, il ricordo dello sciabolare di luce nel buio del Faro avrà sicuramente abbia contribuito ad animargli una qualche similitudine con quel fascio di luce che dalla cima della Torre Eiffel, al centro di Parigi e a più di duemila chilometri da qui, illumina il cielo di tutta l'area parigina.
In effetti, la vista di quei lampi del Faro che lo accoglievano nelle sere d'estate arrivando da Scalea o da Laino, trasmetteva ad Alberto Russo una sorta di inconfondibile garanzia che la meta era raggiunta. Proprio come ora, quel bagliore di benvenuto così impossibile da non ammirare dall'aereo nell'approssimarsi a Parigi.

Calzante anche il suo accostamento della luce come valore doppiamente patriottico in queste dolorose circostanze: la “luce” posta al vertice di una costruzione votata (perché di Faro votivo si tratta) allo scopo di illuminare per l’eternità quegli Uomini di Mormanno che sacrificarono la loro vita per l'unità d'Italia durante la Prima Guerra Mondiale. E ancora la “luce” che, alla stessa stregua, illuminerà in modo perpetuo le centotrenta vittime di Parigi. Attraverso i suoi raggi ricchi di inesauribile libertà d'espressione, quella Luce continuerà ad illuminare comunque il buio dell'inciviltà, del terrore e della barbarie, a qualsiasi distanza! “D'altronde non poteva non essere che così - riflette - poiché, oltreché Città dell’Amore, Parigi è definita la Città della Luce per eccellenza, "La ville lumiere"!

Nell’animo di Alberto Russo viva più che mai è la convinzione che nei momenti difficili il pericolo unisce maggiormente persone, paesi e civiltà che condividono identici valori. A dimostrarlo anche quel biglietto consegnato, insieme al bouquet, alle Forze francesi e indirizzato "A MIA SORELLA, LA FRANCIA!"

Un Alberto Russo, dunque, cittadino del Mondo, ma altrettanto espressione di quella tenacia che da sempre contraddistingue i Mormannoli abitanti di un terreno da "lupi" che li ha resi forti. Proprio come queste splendide ancestrali creature, progenitrici di qualsiasi altra razza poi sparsa per il mondo. 
Gente forse a volte timida o riservata, ma certamente capace di gesti come quello del compaesano "lontano" che invitiamo a non perdere, anzi, a ravvivare le proprie origini.


Silva Bos - Giornalista di Informazione Positiva...e il mondo "buono" c'è

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