Silva Bos e Marinella Albora |
SANREMO (IM). Dopo essersi distinta anche in un progetto letterario dedicato ad Alda Merini, Marinella Albora si propone nella città dei fiori in duplice veste di pittrice, con la sua tela ‘Sea sand’ (Sabbia di mare), e come poetessa, con ‘La Luna nel pozzo’, nell’ambito della Rassegna Internazionale SanremoArtGallery al cui interno si svolge anche il Premio Poeti in Sanremo-Omaggio ad Angelo Barile.
Forme artistiche
poliedriche che da sempre animano le sue doti, prima col disegno - sin
da bambina trascorreva ore con i pastelli colorati - e, proseguendo
sempre come autodidatta poiché nella vita professionale era Cancelliere
in Tribunale e in Procura, fino alla svolta con la frequentazione di una
Scuola d’Arte per tre anni per acquisire quelle conoscenza tecnica che
fino a quel momento sentiva mancarle. Acquerelli, acrilico e smalto
hanno lasciato il posto all’olio su tela in cui maggiormente riesce a
esprimersi nell’immediatezza della sua arte prevalentemente figurativa
al femminile, ma a volte anche in soggetti informali o di fantasia:
tonalità verdi e azzurre che richiamano il ricorrente tema dell’acqua.
Alla giornalista Silva Bos
che l’ha intervistata in questa prestigiosa manifestazione, confessa
poi che la sua nascita come poetessa ha coinciso, invece, con
particolari momenti di crisi del proprio vissuto personale. Molti i suoi
scritti su temi forti come il disagio sociale e la violenza sulle
donne; riflessioni con cui si è fatta notare anche da Barbara Carniti,
figlia di Alda Merini a cui l’evento letterario targato Matteo
Cotugno era stato dedicato. Un progetto che si è sviluppato in un e-book
che vanta migliaia di letture.
Ultimamente ha
realizzato una personale, focalizzata sul tema della donna, in cui a
ognuna delle sue 37 opere su tela era abbinata una sua poesia; un lavoro
notevole su se stessa che ha riscosso apprezzabile riscontro.
La Rassegna Internazionale SanremoArtGallery - visitabile gratuitamente fino al 25 Giugno presso le sale espositive del Teatro Ariston - non rappresenta certo per lei un do ut des: la soddisfazione di esserci attraverso le sue opere che sanno raccontarla è ciò che più conta.