Martina Lelli e Silva Bos |
SANREMO (IM). E’ proprio quando tutto finisce che tutto comincia.
Una frase di Daniel Pennac che per Martina Lelli
è stata emblematica e che le ha permesso, oltre che acquisire una
filosofia positiva dell’esistenza, anche di essere al Teatro Ariston di
Sanremo dove è stata premiata dalla Giuria di PoetiINsanremo 2014, il Concorso Nazionale targato SanremoArte2000 a cui ha partecipato classificandosi 10ª con la sua poesia ‘Terremoto’.
Per la giovanissima 19enne Martina,
il sisma che nel 2012 ha ferito la sua terra emiliana, è stata una
scossa anche nella sua anima che l’ha portata alla riflessione più
intima. “Abito a Pianoro, in Provincia di Bologna - racconta alla giornalista Silva Bos con cui si è intrattenuta per un’intervista - Per fortuna, non
ho vissuto la scossa fortissima come invece è avvenuto nei paesi vicino
al mio, Finale Emilia, Crevalcore, Mirandola. Quel giorno mi trovavo
all’interno de mio liceo scientifico, nel centro storico a Bologna,
quando tutto si mise a sussultare. Anche la mia scuola tremò. Uscimmo e
la Preside ci disse “ragazzi, tranquilli! Tornerete nelle vostre aule”.
Da queste parole ne iniziò intelligentemente a trarre Martina un prezioso insegnamento: quando nella vita qualcosa crolla o sta per crollare, non esiste la frase ‘è finita’. Nonostante Petrarca affermi che ‘contro i terremoti non giova alcuna fuga e non giovano nascondigli’
sia fisici che psicologici, lei è convinta che qualsiasi tragedia umana
ha comunque uno spiraglio di luce in cui credere e risollevarsi. “E
proprio questo il messaggio della mia poesia che termina appunto con il
mio ricordo della gente che vedendosi tutte le certezze rase al suolo,
si dice che alla fine non è finita e perciò riparte per ricostruire
tutto”.
Per Martina Lelli la strada artistica come poetessa comincia all’età di nove anni: “inizialmente
scrivevo in rima, perciò le mie poesie erano essenzialmente
filastrocche. Col passare degli anni ho maturato lo stile fino ad
arrivare a questo dove pongo alla base le metafore e le figure che
esprimo con la musicalità dei sentimenti e non più del suono, quindi la
rima lo tralasciata. Oggi scrivo di piccoli momenti di vita quotidiana,
quelli che spesso non ci si accorge di vivere, perché schiavi della
frenesia. Io,invece, da quella frenesia cerco di fermarmi per cogliere
quegli attimi fonte di ispirazione”.
Il bagaglio che Martina Lelli
ha già maturato nella sua arte poetica, è notevole: nel 2005 e 2008 ha
partecipato al concorso letterario Giochi floreali indetto dal Comune di
Pianoro in cui ha vinto nella sezione Scuole Medie-giovani;
quest’inverno a Ravenna si è classificata 7ª al Concorso Poesie
al Bar ma è anche stata premiata al Concorso Città di Corridonia come
poetessa più giovane ed oggi è qui, in questo Teatro Ariston che le
trasmette un’fortissima emozione.
Uno straordinario percorso in cui molte persone le sono state di sostegno e crescita: “Provo
una sincera riconoscenza per il mio Professore di Filosofia Alberto
Boselli, Professoressa di Italiano Rinaldi e tutte le altre docenti
di italiano che ho avuto, perché mi hanno insegnato non solo il piano
didattico ma anche come applicare le cose alla vita”. Tra gli autori che più sente vicini c’è Giacomo Leopardi “e
soprattutto la poesia L’Infinito perché riporta al tema del
romanticismo, del sublime, l’uomo che cerca di guardare oltre la realtà,
guardarsi dentro al proprio sentimento.
Martina è giovane, sensibile, ma
anche con i piedi ben saldi a terra, orgogliosa di essere iscritta alla
facoltà di Economia Management e Statistica ma con il desiderio di
diventare una poetessa famosa. “ Un giorno su un social network ho
letto una frase: segui il tuo cuore ma portati dietro il cervello. Così
ho capito che è meglio prima imparare a vivere in questo mondo, per poi
evadere con la poesia”.