Dante 'Bruno' Di Battista |
Le richieste, perciò, sono le più svariate: dalla semplice buca delle lettere al caveau di una banca.
Affascinante
davvero, ma sarebbe riduttivo pensare che questa attività sia solo questo:
manualità e professionalità, certo non mancano ma oltre, Bruno fa tanto altro e
molto di più ne riceve in rapporti umani.
Importante la
sua collaborazione con l’autorità giudiziaria (anni ‘70/’80) attraverso le
richieste delle sue personali prestazioni in situazioni delicate, tra l’altro,
proprio in momenti storici e culturali, gli “anni di piombo”, che hanno segnato
la cronaca italiana.
A suo dire la propria attività
gli ha aperto un mondo di sensazioni e di sensi di responsabilità e,
ascoltandolo, si può capire il perché: “Vicende
di immensa tristezza - racconta - in cui
sono intervenuto (sempre per le autorità) in contesti estremi, a volte con bambini
come protagonisti in storie di degrado e squallore sociale. Momenti di angoscia
e di imbarazzo come l’irruzione che, con i carabinieri, abbiamo fatto in una
abitazione alle 4 del mattino. Rammento ancora che, aprendo la porta, il
ricercato, nell’affanno di prendere la pistola e scappare, si infilò le mutande
al contrario”.
Il suo laboratorio |
“E poi gli incontri di persone semplici,
ancora genuine. Quelle che, completato il lavoro, insieme al saldo ti porgono un
po’ imbarazzate, un paio di limoni e qualche uovo. In loro trovo una profonda
dolcezza. Ma il grazie più bello, lo ricorderò per sempre, l’ho ricevuto da una
signora non vedente rimasta chiusa in casa con la sua assistente sociale.
Appena riuscii ad aprire la porta mi gettò le braccia al collo e con le mani mi
toccò il viso dicendomi ‘grazie, come vorrei vederla in faccia’ ”.
Bruno
sottolinea poi quanto sia sempre stato incorruttibile rifiutando, nonostante le
tante minacce fisiche o psicologiche, richieste poco chiare o di dubbia onestà:
eredità, separazioni difficili, una cantina, un’auto, o peggio circostanze
particolari dove c’è di mezzo la giustizia, in cui spesso qualcuno vuole scavalcare
la legge.
“L’articolo 614 del Codice Penale - descrive con competenza - parla chiaro in materia di violazioni di
domicilio ‘il responsabile dell’apertura non è colui che la commissiona ma è
chi la esegue’ ”.
Non mancano poi i ricordi
emozionanti dei suoi interventi nelle carceri, collaborazione durata diversi
anni “Quei corridoi, le celle e poi le
sezioni (dove si sa, è vietato ogni accesso: un’esperienza forte e affascinante”
Tecnicamente Bruno è di una competenza straordinaria
e, parlando di serrature, distingue i due modelli in uso: sicuramente quelle
con le chiavi a doppia mappa (a farfalla), al contrario di quelle a pressione (cilindro),
sembrano rimanere ancora le più sicure (sempre che non girino copie delle
chiavi chissà in quali mani). E a dimostrarlo è anche la percentuale di
insuccessi delle scorrerie degli zingari ai quali la chiave a doppia mappa crea
ancora qualche ostacolo.
Insomma, ogni
lavoro è una nuova prova da affrontare, quella che ti fa passare la notte in
bianco pensando ad ogni soluzione. Per questo serve sensibilità, tatto e la
conoscenza di ogni più piccolo meccanismo: un’esperienza raggiunta che Bruno
ancora oggi deve a Franco con cui, nella ferramenta di Via Martiri, ha lavorato
per quasi 12 anni, in un interscambio di amicizia e arricchimento professionale.
“La cosiddetta scienza del vivere, -
dice - quella che la scuola non insegna”.
Oggi Bruno,
soddisfatto di se ed appoggiato nella vita e nella stessa attività dalla moglie
Maria, chiede in queste righe di poter ringraziare tutti i suoi clienti che,
consapevoli della sua delicata e preziosa opera, continuano a dimostrargli
fiducia.