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Francesco 'Nini' Sappia |
SANREMO (IM). Francesco Sappia, per tutti “u maistru” Nini, potrà forse avere una degna dimora probabilmente al cimitero
della Foce nella tomba di famiglia e accanto al papà.
La vicenda troverebbe così soluzione,
dopo le dichiarazioni di disponibilità del vice sindaco Marco Andracco e l’appello
di sensibilizzazione giunto giorni fa dalla Compagni Stabile Città di Sanremo
in previsione della riesumazione che avverrà domani, 13 anni dopo la sua
scomparsa avvenuta nel ’94 a soli 64 anni.
Oltre alla sua
ultima collaborazione negli anni ’70 con Radio Sanremo,
Bacì u
Curnajùn (Adriano Bombardini) non una macchietta ma a Sanremo il vero
‘teatro’ degli anni ‘30/’40 insieme ai ‘careghèti’.
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Debora Moranti |
non si può dimenticare
che Nini dedicò la sua esistenza e la sua arte al mantenimento delle tradizioni
teatrali e dialettali nella sua città ed oggi, la sua eredità spirituale vive
ancora nell’abnegazione dei 35 componente della
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Serena Busnelli |
Compagnia a cui piacerebbe
anche recuperare, se possibile,
Tra gli attori
della Compagnia il ricordo di Nini è ancora sincero e indelebile: “Nini era un clown nato: - racconta Ninetto Silvano da 50 anni mattatore in
questo mondo surreale - non aveva bisogno
di parlare. La mimica, l’espressione e la gestualità venivano espresse al
massimo in commedie come ‘Chi si accontenta gode’. La nostra collaborazione iniziò
da ragazzi ma, mentre lui prediligeva la rivista, io andai verso la lirica e la
classica. Poi il dialettale ci fece ritrovare”.
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Carlo Olivari |
Brevi ma
intensi flash anche in Agostino Siccardi,
collega di Nini sul lavoro (alla Standa)
ma anche in teatro dove, con i suoi 30 anni di attività, fu suo direttore di
scena.
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Carlo D'Apporto e Nini Sappia |
Carlo Olivari, invece, Nino lo ha conosciuto sin da bambino essendo
figlio d’arte (negli anni ’70 la mamma Alda era la primadonna del palcoscenico
affianco a Nini) e il suo vicino di casa. “
Anche
se nella vita era introverso, - le sue parole -
quando lo vedevo recitare coltivavo il desiderio di diventare come
lui”.
Nella memoria di
Gianni Modena, Nini si scinde tra
l’uomo nel privato da quello nel teatro: “
Sapeva
fare musica, disegni e scenografie ed anche il macchinista Quando si alzava il
sipario diventava un altro.
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Marisa Civenti |
Il giorno dopo ogni spettacolo, poi, non si
dimenticava mai di fare a tutti i complimenti. Uno dei suoi ‘colossal’ (lui lo
chiamava così) è stato ‘U Ciaravüju’
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Anna Blangetti |
all’Ariston: realizzò una fedelissima
riproduzione di Piazza dei Dolori e si vantò di aver mandato in scena in tutto
110 persone e un mulo ‘autentico’. Ricordo ancora che dietro al mulo c’era la
caregheta a sfamarlo con le bietole vere prese dal negozio di verdura
riprodotto sulla scena. Tra l’altro, il mulo era talmente grosso che non si riusciva
nemmeno a far entrare nell’ascensore dell’Ariston. Nini era veramente completo:
- conclude
Modena -
andava a cercare i copioni e sapeva anche
tradurre ed adattare autori regionali. Era sempre il primo ad arrivare, in
sella al suo motorino, per accendere la stufa, ed era l’ultimo a spegnere le
luci e andare via”.
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Tersilla Gallo |
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Gianni Modena |
Nini attore lo
è sempre stato: nel dopoguerra, poi, il migliore della Federazione Operaia, il
piccolo Teatro matuziano di Via Corradi. Nel ’51 viene chiamato ad esibirsi al
fianco di
Gilberto e Rina Govi
nell’atto unico ‘Do Quarantőtto’ rappresentato proprio in occasione del
centenario della fondazione della stessa sede; ma il sogno rimane traghettare
la compagnia verso l’ambito Teatro Ariston. Inizia così, nel ’70, il progetto
della ‘
Compagnia Stabile’, voce e
memoria della cultura e della storia sanremasca riconosciuta anche dalla
convenzione nata con il Comune di Sanremo nel 1997.
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Lorena Moraldo |
“
Dalla polvere della vecchia sede -
racconta la direttrice artistica
Anna
Blangetti -
è stato recuperato il
possibile, come fondali dipinti così come il ‘baule dell’attore’”. E quando
le chiedo come sia nata la sua passione, Anna si rivede ragazzina desiderosa di
calcare le scene “
ed oggi ci sono dentro
fino al collo”.
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Tania Donatelli |
Molti, sembra, siano
stati contagiati, come lei, da questa dolce malattia ed è così che l’attività
della compagnia conta diverse giovani new entry come Lorena Moraldo e ancora Fulvio
Verrando che parlando di Nini afferma “L’ho
sempre visto recitare. Dopo Govi, il ricordo più grande nella panoramica
ligure”. Nella Compagnia anche l’appoggio della suggeritrice Debora Moranti e oltre a Marisa Civenti, altro pilastro della
Stabile, è, dal ’94, Tersilla Gallo
che ha iniziato seguendo il marito già tecnico audio/luci.
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Ninetto Silvano |
La Stabile, è
bene ricordarlo, ha avuto diverse presidenze effettive ma solo due onorarie: il
sanremese Carlo D’Apporto e la
seconda, dopo la scomparsa del Maliardo,
a Nini Sappia. Senza tralasciare il
bravissimo caratterista Carlo Busnelli
cointerprete con Silvano nell’ultima commedia, in programma giovedì prossimo
alle Ceneri di Valle Armea, mentre è in preparazione ‘Argentu vivu’, una
riedizione di una commedia del 1971.
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Agostino Siccardi |
Infine, la rassegna dedicata a
Nini Sappia, arrivata al suo decennale, vedrà invitate in Piazza San Siro (da fine luglio ai primi di settembre) le compagnie da tutta la Regione per una gara esilarante ricordando il oro grande
maistru Nini Sappia che da lassù sicuramente applaudirà.
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Sara Scognamiglio |
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Alessio Lanteri |
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Andrea Porro |
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Fulvio Verrando
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Federico Saccoccia |