Olivo Dutto |
VENTIMIGLIA (IM). “Vorrei una mostra perché non si dimentichi…mai”.
In occasione della Giornata Nazionale della Memoria (27 gennaio), suona
perfettamente, e quasi come uno slogan, il forte e motivato desiderio del partigiano
Olivo Dutto. Segretario della
sezione ventimigliese dell’Associazione Nazionale Combattenti Reduci, Dutto è
custode di incredibili testimonianze di doloroso vissuto umano che trovano
spazio nella sede cittadina dell’associazione, patrimonio che oggi vorrebbe condividere,
in un ideale passaggio di testimone con le nuove generazioni, attraverso l’allestimento
di un’esposizione.
Le guerre che
nei decenni hanno segnato la storia italiana hanno infatti lasciato, anche nel
ponente ligure, cimeli che ora si fanno memoria. Centinaia di foto d’epoca,
alcune piccolissime e molte sbiadite dal tempo, scattate da fotografi allora in
forza ai militari. Attimi che parlano di trincee, fame, orrore e resistenza
della Prima Grande Guerra. E poi documenti con firme autentiche, fotografie
della 3°Compagnia Fanteria (1906), della Brigata Marittima, della 1°Compagnia
Alpini (1903) e del Vescovo di Ventimiglia Monsignor D’Afra ((1908) uno dei
primi Vescovi della città frontaliera.
Un po’ più in
la, sulla stessa scrivania, Dutto sfoggia con emozione anche il vecchissimo
ritratto del Signor Tamagni famoso notaio ventimigliese (papà di Cecco), l’album
in Carnia (1916) con le trincee sotto la neve e lo scatto alla 1°Compagnia
Alpini Battaglione Ceva-San Giacomo d’Entraque (1900).
Un certo brivido corre sulla
schiena guardando le lettere spedite a casa dai soldati: l’inchiostro nero e
quella carta un po’ sgualcita.
Ma scopriamo anche
gavette, borracce, elmetti, maschere anti-gas, giberne, fotografie di decorati
con medaglie d’oro oltre a ciò che rimane di uno scarno pasto militare
(scatolette di carne e di sardine) segnato da una scheggia.
I cimeli di guerra raccolti da Olivo Dutto |
Nella bacheca,
sistemate con la massima attenzione, anche medaglie, gradi, fischietti dei
comandanti e un timbro militare che contiene la sabbia del Carso.
Non sono molti
quelli che oggi possono raccontare quegli anni ma, tra i circa 80 associati
della città ventimigliese, 3 vantano la classe 1910 mentre, a Dolceacqua, il Cavaliere
Ufficiale Gastone Paraschiva conserva ancora la decorazione al Valor Militare
al fronte della Prima Guerra.
Nato a Boves (CN) nel 1928, Dutto ha invece nel sangue la Seconda
tragica Guerra che gli bruciò, per ben due volte, la casa di famiglia. Di
quegli anni bui, a Boves (‘la città martire’) rimane la Stele di Castellar a
ricordo della prima battaglia per la Liberazione. “Ricordo ancora - racconta con emozione - l’angoscia di tante fucilazioni che a quindici anni i tedeschi mi obbligarono
a guardare e la fame dopo che, in coda per ore, scoprivamo che le razioni del
pane erano finite. Per quel giorno il pasto saltava”.
A 16 anni diventò intermediario
delle missive segrete dall’Italia alla Francia (al Porto di Tolone) per i
sommergibili inglesi tanto che, il 14 luglio del ’70, fu’ decorato dai
Partigiani francesi.
Proprio perché la
guerra l’ha conosciuta bene, Olivo Dutto,
per 26 anni al servizio scolastico prima come bidello e poi come segretario,
continua la sua raccolta di materiale bellico che iniziò nel 2004, quando
accettò la carica di segretario anche per colmare la solitudine per il lutto
della sua compagna.
La mostra per
ora, forse rimarrà ancora un desiderio poiché, come il Presidente della sezione
l’avvocato Aldo Lorenzi (reduce di
Russia) ha evidenziato “ manca uno spazio che garantisca un’adeguata custodia
del materiale”. Ma Olivo non demorde:
“Prima o poi, la mostra si farà. -
conclude - Così potrò gridare ai giovani
quanto le guerre lascino solo morte. Meglio credere nei veri valori dell’umanità
e del senso civile”