Piera Laura tra 'La Natività' e 'La Pietà' |
Il 6 dicembre
scorso, infatti, nel piccolo paese con poco più di 200 anime, i carrugi si sono
sparsi di emozionante fermento; anche il Vescovo Monsignor Alberto Maria
Careggio è salito al borgo montano a “dir messa”, ma anche per conoscerla,
perché di lei si è sparsa la voce.
Dopo aver
percorso quegli antichi vicoli in cui la vita scorre come allora, Monsignor Careggio è stato invitato ad
entrare nell’oratorio San Salvatore per ammirare l’esposizione di Piera. Nelle
sue mani, difatti, rivive un’arte senza tempo; non solo copriletti, tovaglie, merletti; molti sono quadri con raffigurazioni religiose di pregiato valore, che fanno
rimanere a bocca aperta: La Natività del
Botticelli, La Pietà, Santa Lucia, La Resurrezione di Gesù. Hanno dimensioni imponenti, per realizzarli ci
sono voluti anni di lavoro ed
attenzioni quotidiane, ma a lei sembra non pesare, tutt’altro, mentre un viso
d’angelo prende forma Piera prega estasiata, alla Madonna spunta una lacrima e
Piera soffre con lei.
Monsignor
Careggio, ricordando la figura di Sua madre anch’essa amante del ricamo e delle trine, incantato ha elogiato quelle meraviglie esposte accostando
la Sua mano al viso di Piera in una dolce carezza; lei con gli occhi umidi, ha
chinato la testa, ringraziando timidamente. In quell’istante s'è sentita
importante.
Piera ha conosciuto vita grama: “Nasco da una modesta famiglia di campagna e
ho lavorato sodo; - si sfoga - ho
alle spalle due matrimoni infelici anche se ho sempre sognato la gioia di una
famiglia, ma forse il destino ha scelto per me e mi ha voluta sola, senza nemmeno un figlio come avrei sempre
desiderato. Dedicando per ore la mia attenzione all’uncinetto, penso un po’
meno alle sofferenze e allevio il mio vuoto; oggi solo la fede - mormora
col nodo alla gola - mi da forza per
tirare avanti”.
Così aspetta Piera, aspetta da non sa più quanto,
che qualcuno incroci il suo sguardo in un cenno di puro affetto. Da anni vive
di solitudine, forse per questo emana spontanea tenerezza. Una rara sensibilità
le ha insegnato gesti semplici ma straordinari, come regalare una vecchia
chiave un po’ arrugginita dal tempo: “Capisco
quando c’è sincerità in chi mi sta accanto - sussurra porgendomi il suo dono
- la accetti, questa è la chiave del mio
cuore”.
Il suo piccolo
mondo, dove il tempo non ha fretta, è tutto qui: la fedele cagnolina Dora, i 4
gattini che strusciano alla porta, qualche passante che lei saluta scostando la
tendina della finestra, e i suoi gomitoli di filo bianco.
Ora Piera accenna un sorriso, stringe quei ritratti al petto e aspetta, silenziosa, che arrivi domattina.