SANREMO (IM). Con
l’approssimarsi delle festività natalizie, la
Presidente e fondatrice dell'Associazione di Volontariato Oncologico NonSiamoSoli onlus, Tiziana Guatta, tiene a esprimere tutta la sua gratitudine e il suo orgoglio
per ciò che lei, il Consiglio Direttivo e l'associazione tutta sono riuscite a realizzare anche in questo anno.
Un bilancio
che apre il cuore.
La sua, infatti, è una realtà costituita a
Sanremo dal patto stretto
da sette donne malate di cancro al seno, per fornirsi reciproco aiuto.
Dall’anno della fondazione, nel 2007, ad
oggi, molta la strada percorsa, fino all’affiliazione alla Federazione
Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) che
raggruppa oltre 500 Associazioni di volontariato oncologico italiane grandi e
piccole, 25.000 volontari e 700.000 iscritti.
Da qui anche la promozione del gruppo interregionale FAVO Piemonte,
Liguria e Valle d'Aosta, nato ad Ovada il 18 settembre 2014, e che ha come
scopo principale fare da interfaccia fra le Associazioni di Volontariato
Oncologico e le Istituzioni delle tre Regioni. A tale scopo si auspica
l'adesione della Regione Liguria alla Rete Oncologica di Piemonte e Valle
d'Aosta già operativa.
“Il
nostro intento - spiega la Guatta - è quello di essere un punto di riferimento
per chi già sta affrontando le cure oncologiche, e per le donne che scoprono di
avere il cancro al seno, perché il momento della scoperta è uno dei più
delicati e difficili di tutto il percorso che la donna dovrà affrontare”.
Inoltre, questa condizione di malattia
a volte grave va ad incidere su realtà socio economiche di grande fragilità e,
sommandosi ad esse, porta ad un forte peggioramento delle condizioni di disagio
sociale.
“Noi
che quel momento l’abbiamo vissuto, ci offriamo per condividere quello
stato d’animo che ben conosciamo, cercando di essere il miglior sostegno
possibile attraverso l’ascolto, il dialogo, la condivisione e presentandoci
come la prova concreta e vivente che dal cancro si può guarire per continuare a
vivere in modo nuovo, dando un nuovo senso alla vita.
Nel
nostro percorso abbiamo incontrato donne sole, senza familiari o
conoscenti disponibili ad aiutarle ad affrontare le conseguenze delle terapie,
e non in grado di permettersi un aiuto domestico o di semplice compagnia durante
il corso della cura.
Abbiamo
incontrato donne anziane, un po’ ai margini a causa della precarietà
economica. Abbiamo incontrato donne con situazioni familiari
problematiche, complesse, tanto da impedire loro persino di comunicare la
propria malattia alla famiglia. Abbiamo incontrato donne che per la
malattia del cancro hanno perso il lavoro, o che hanno dovuto fronteggiare
anche un disagio di carattere economico o anche situazioni di mobbing”.
E' punto di
orgoglio verificare che la quasi totalità delle donne operate di cancro al seno,
associate a NonSiamoSoli ha avuto un esito positivo della malattia “e ci piace pensare che la nostra
condivisione, anche in parte abbia contribuito al successo delle cure. Chi ha
già iniziato la battaglia affrontando le cure, ci trova disponibili per
l’accompagnamento nei diversi presidi sanitari, per terapie, esami, visite e
accertamenti, e per l’espletamento di pratiche e commissioni che non riesce a
compiere”.
La Onlus
sanremese, unica realtà associativa in tutta la Liguria di volontariato
oncologico con queste caratteristiche, è anche impegnata nell’opera di
informazione che realizza organizzando convegni con specialisti sulle più varie
tematiche, sia connesse alla malattia, che finalizzate a dare corrette
informazioni per uno stile di vita più sano. Inoltre, vengono progettate Giornate
di Educazione alla Prevenzione Oncologica aperte alle donne malate e non,
per effettuare visita senologica mammografia ed ecografia.
La consapevolezza di ogni volontario è
di impegnarsi per far superare le chiusure e diffondere una cultura dell’auto
mutuo aiuto, portando nel sociale più informazione e chiarezza sul modo di
operare del volontariato. Alcune situazioni richiedono una forma di aiuto che
deve necessariamente coinvolgere i diversi volti del volontariato per cui nei
casi di maggiore criticità, è stato necessario collaborare con altri organismi
assistenziali.
Alle associazioni di tutela e
volontariato la legge riconosce anche diritto di partecipazione e
collaborazione con l’Amministrazione sanitaria allo scopo di contribuire ad
un costante miglioramento delle prestazioni sanitarie finalizzato al
raggiungimento ed alla garanzia di una qualità dei servizi che sia quella
giudicata soddisfacente dalla cittadinanza.
E’ auspicabile, pertanto, la creazione
di un modello di cooperazione all’interno del volontariato stesso, che
superi diffidenze e chiusure tra le Associazioni, valorizzando le diverse
competenze, capacità e potenzialità di ognuna di esse.
Quando fragilità socio economica e
malattia si incontrano è necessario fornire a chi ne ha bisogno una assistenza
“personalizzata”, che tenga conto delle reali criticità e risponda con
un’azione immediata e sinergica dei diversi soggetti idonei a fornirla.
Occorre dunque
VEDERE OLTRE, superare particolarismi e campanilismi per lavorare in
collaborazione, scambiandosi reciprocamente le proprie conoscenze al fine di
soddisfare i bisogni del malato, che soprattutto se in condizioni di fragilità
economico sociale, rappresenta l’unico centro di interesse dell’attività socio
sanitaria sia istituzionale che di volontariato.
“Inoltre
ringraziamo Europa Donna per il lavoro che si è impegnata a fare per far sì che
le strutture pubbliche, in adempimento all'indirizzo europeo del 2016, possano
dotarsi di una rete di centri di senologia multidisciplinari: i Breast Unit”.
E a chiusura, Tiziana Guatta lancia l’apprezzabile sfida sociale:
E a chiusura, Tiziana Guatta lancia l’apprezzabile sfida sociale:
Come pensate di coinvolgere i medici di
medicina generale sul progetto Breast Unit e sullo screening sul territorio?
Un esempio che nasce da incomprensioni
e differenze di vedute fra Medico Oncologo e Medico di Base potrebbe essere che
l'Oncologo possa stampare copia del piano annuale di esami di controllo da
eseguire per evitare che il medico di base neghi l'impegnativa (in alcuni casi
è accaduto); quindi a questo punto anche se non previsto nella normativa
attuale possa diventare una buona consuetudine soprattutto per chi è curato al
di fuori della propria ASL.
Proprio in merito, il Parlamento Europeo, nelle disposizioni A5/059/2003-B6/0528/2006 in materia di Risoluzioni, “richiama tutti gli Stati Membri ad “assicurare, su tutto il territorio nazionale entro il 2016, la costituzione di centri multidisciplinari di senologia specializzati (Breast Unit) allo scopo di trattare specificatamente tale malattia per incrementare la sopravvivenza e la qualità della vita delle donne europee”.
Proprio in merito, il Parlamento Europeo, nelle disposizioni A5/059/2003-B6/0528/2006 in materia di Risoluzioni, “richiama tutti gli Stati Membri ad “assicurare, su tutto il territorio nazionale entro il 2016, la costituzione di centri multidisciplinari di senologia specializzati (Breast Unit) allo scopo di trattare specificatamente tale malattia per incrementare la sopravvivenza e la qualità della vita delle donne europee”.